Non ti far fregare dai termini complessi.
Questo articolo parla di te. Esattamente di te.
Ontologia: questa parola evoca immagini di antichi testi polverosi e discussioni filosofiche.. Eppure, al suo cuore, l’ontologia riguarda la questione più immediata e urgente che possiamo affrontare:
“Chi sono io?” e “Cosa voglio veramente?”. La risposta a queste domande rappresenta il nucleo del nostro viaggio nella vita, molto più di un semplice preludio. È il viaggio stesso. E il Coaching dovrebbe iniziare da qui.

Marco De Filippo
Life e Mental Coach,
chinesiologo, ipnologo.
L’ontologia esamina l’essenza dell’essere, la struttura fondamentale di come esistiamo e interagiamo con il mondo.
Questa disciplina, lontana dall’essere un’astrazione distaccata, è profondamente radicata nella comprensione di chi siamo a un livello più profondo.
Capire chi sei e cosa vuoi non è solo il punto di partenza ma il pezzo più cruciale del puzzle della tua esistenza. Questa autoconsapevolezza forma la base su cui costruire ogni scelta, ogni azione e ogni momento di crescita personale.
Non è semplicemente un punto di partenza; è il fondamento su cui si costruisce una vita significativa.

“Guarda verso il sole e le ombre cadranno alle spalle”
Proverbio Maori
Ontologia e Coaching: l’Unione di Mente e Corpo
La dicotomia tra mente e corpo è un concetto superato nell’ontologia moderna.
La nostra comprensione di noi stessi non è solo un prodotto dei nostri pensieri, ma anche delle nostre esperienze fisiche e delle sensazioni.
L’ontologia ci insegna che l’essere umano non può essere compreso in termini di mente o corpo in isolamento; piuttosto, siamo esseri unificati, dove mente e corpo si intrecciano in un dialogo costante.
Questa unione rivela che il modo in cui pensiamo, sentiamo e agiamo è intrinsecamente connesso a come viviamo nel nostro corpo e interagiamo con il mondo fisico.
Questo concetto di unione mente-corpo supera la semplice interazione fisica; si estende alla maniera in cui le nostre percezioni sensoriali e le esperienze emotive influenzano il nostro pensiero e viceversa.
Le discipline come la neuroscienza e la psicologia corporea hanno cominciato a rivelare quanto profondamente il nostro stato fisico influenzi il nostro stato mentale e, in ultima analisi, il nostro senso dell’essere.
Questa interconnessione sottolinea che la crescita personale e l’autorealizzazione non possono essere perseguite efficacemente senza considerare il benessere fisico e la consapevolezza corporea come componenti integranti del sé.
Da “Cogito Ergo Sum” a “Sentio Ergo Sum”
La celebre frase di Descartes, “Cogito ergo sum” (“Penso, quindi sono”), ha dominato la filosofia occidentale, ponendo la ragione al di sopra di ogni altra forma di esistenza.
Tuttavia, nell’ontologia moderna, questa visione si è evoluta verso “Sentio ergo sum” (“Sento, quindi sono”), riconoscendo che l’essere umano è definito tanto dalle esperienze sensoriali quanto dal pensiero razionale.
Questa trasformazione sottolinea che l’essenza del nostro essere risiede nell’esperienza complessiva della vita, non solo nell’attività intellettuale.
Le nostre sensazioni, emozioni e percezioni sono altrettanto fondamentali nel definire chi siamo.
L’evoluzione da “Cogito ergo sum” a “Sentio ergo sum” non è solo una transizione filosofica ma rappresenta un cambio paradigmatico nel modo in cui concepiamo l’esistenza umana.
Questa transizione enfatizza l’importanza delle esperienze vissute, delle emozioni e delle sensazioni corporee come aspetti fondamentali dell’essere.
Non siamo esseri puramente razionali; la nostra esistenza è intrisa di qualità emotive e sensoriali che danno colore, sapore e significato alla vita.
Questo cambio di prospettiva ci invita a riconsiderare il valore delle arti, della musica, della poesia e delle altre forme di espressione umana che comunicano esperienze ed emozioni al di là del linguaggio razionale. “Sentio ergo sum” ci apre a una comprensione più ricca dell’umano, dove la logica e la razionalità sono solo una parte del nostro modo di essere nel mondo, completate e arricchite dalle nostre capacità di sentire e empatizzare.

“Io credo che l’unità di mente e corpo sia una realtà oggettiva.”
Moshe Feldenkreis
Coaching ontologico: più risultati rimanendo “Chi sei”
Il coaching, in particolare quello orientato alla performance, trae enormi benefici da un approccio ontologico.
Un allenatore che comprende l’ontologia sa che migliorare le performance non riguarda solo il migliorare abilità o competenze specifiche.
È altresì una questione di allineare queste abilità e competenze con la comprensione più profonda dell’individuo di chi è veramente.
Questo approccio ontologico permette un tipo di crescita e sviluppo che è sia profondo che autentico, offrendo strategie che risuonano con l’essenza stessa della persona. Il successo e la performance, quindi, diventano espressioni naturali dell’essere, piuttosto che obiettivi esterni da raggiungere.
La chiave per sbloccare il tuo pieno potenziale risiede non solo nel sapere chi sei ma nel sentire chi sei.
Questa consapevolezza profonda, radicata nelle esperienze sensoriali e emotive, fornisce una bussola interna che guida ogni decisione, ogni azione e ogni passo verso il successo.
Iniziare da un punto di autenticità significa che ogni scelta è più risuonante, ogni successo più significativo e ogni fallimento una lezione preziosa.
Sentire chi sei diventa così la base da cui tutto il resto fluisce: una performance eccezionale, relazioni autentiche e una vita vissuta con pieno significato e scopo.
Hai un obiettivo e senti che questo articolo risuona con te? Contattami per una consulenza conoscitiva gratuita di 30 minuti. Non ti venderò nulla: se anche il me più autentico e il te più autentico risuonano, valuteremo insieme se iniziare un percorso di coaching.

Dott. Marco De Filippo
Dal 2005 sono un Coach professionista ai sensi della Legge 4 del 14/1/2013. Sono un pioniere del Life e Mental coaching e dello sviluppo personale basato sui modelli generativi, sull’embodiment e l’embodied cognition. Ho una laurea in chinesiologia.
In sintesi: più risultati essendo più te stesso di quanto tu non sia mai stato prima.

